mattonelle graffiate,
pozza d’acqua
e pedate…
scritte sui muri…
bussare,
chiedere all’universo
come fa a stare in piedi,
marte-rosso nel viaggio
d’una notte, i fari delle auto
sfrecciano, lampi armonici
tra i listelli d’una tapparella,
sempre il solito gorgheggio
di gente che ha sempre
una destinazione
da prendere
.
non chiedere mai
come possa un tram
spingersi da solo
sulle rotaie,
in un percorso
uguale e grigio
ogni mattina…
non chiedere mai
come il gioco di società
più stupido, possa apparire
l’essere umano,
ogni giorno…
.
la tua follia
ti spinge nei giorni
rendendoli accettabili,
distrazioni vagano
e muovono fili
elettrici
.
sono sospese nel vuoto
le menti,
in un attimo cadono giù
in abissi
.
abissi
reali, senza approdo…
per non tornare mai più
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