ti raccomando me stesso
in un nido pulcioso
che rispetta la natura
quando è già stata assassinata
.
bande di stronzi
armati di penna
e stupide frasi fredde
finirà tutto in un nuovo poema del cazzo
con carta riciclata
per quel dio in terra
che è lo scrittore di gran fama
.
quello che lecca il culo al potere
scrive contro il potere
e pubblica grazie al potere
.
che cena dal potere
e si scopa il potere
che si fa conoscere
alle feste del potere
che è amico del potere
.
che il potere può tutto
.
e alla poesia non rimane altro che
il concorso dei cuori solitari
o la canasta dal prete
.
ed un mare di carta
perché tutti sono tutto
e nessuno vuol esser niente
.
e l’orgoglio
la rabbia
la superbia
la stupidità
corrono
.
finché un giorno
.
basta l’amicizia indifferente
il salotto
la sciarpa
il perbenismo
il critico
la corda
ed una vecchia salma morente
che scivola dalla poltrona
.
pronti via
.
la carta si moltiplica di nuovo
ed il viso si accende
di luce
di cultura
di riflessione
d’aneddoti
di falsità becera
.
ed il mondo continuerà a girare
ad un ritmo discordante di musica
sempre più veloce e senza armonia
con risate atroci e urla elettriche
fino allo scoppio totale della pazzia
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