giovedì 15 agosto 2013

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ahh, che nostalgia della notte,
notte ubriaca, leggera, dal sorriso
perverso e rappacificato (ma di breve effetto),
notte di scrittura (più o meno creativa),
notte che tace di stupide voci,
di frenesia, di clacson, di traguardi da rincorrere…
ebbene… senza il male, senza il dolore,
il bene ed il piacere non possono esistere,
non puoi godere un poco
se prima non hai sofferto tanto…
è il male dei ricchi, devono riscoprire il dolore
se vogliono ritrovare il piacere,
e se lo autoimpongono…
e non c’è miglior momento della notte,
la notte è anonima, solitaria, buia…
di notte vedi cose che di giorno non ci sono,
perfino le facce, delle masse di persone
che pesantemente si muovono,
sono un po’ più accettabili…
.
Di notte penso al passato, penso alla pazzia,
no, di notte sono forte e folle,
ma che senso ha…
qui la notte non c’è,
non c’è fatiche da fare
quindi non c’è bisogno di riposo…
non c’è tristezza, non siamo più animali
e non abbiamo bisogno di riprodurci…
peccato!, mi ero abituato un po’ a tutto, laggiù.
.
E la notte buttavo giù, anche frasi:
casa, montagne, sole, protagonista, puttana,
auto veloce, luci di lampioni nella notte,
seghe, scopate, la storia di un ubriacone,
leggero mal di testa, uffa, poca ispirazione,
che palle, voglio scrivere qualcosa d’immortale, si,
fanculo, tu sei un megalomane, accetta di essere mortale,
non rompere, aspetta un po lettore mio, caro,
continua ad ascoltare questo pazzo,
i colpi dei tasti della tastiera (appunto),
sembrano una mitragliatrice, adesso qualcosa mi viene,
aspetta, asspetta, assspetta, non mi abbandonare proprio ora,
guarda caro mio che ti sorprenderò, anche tu uomo del futuro,
ora ci do dentro, ti faccio commuovere,
sii bravo, ascoltami a bocca aperta… ma
è notte (era notte)… è tardi (era tardi)…
non ho ispirazione (non avevo ispirazione)…
vado a letto (andai a letto)… beato me… un corno!.
…No, non mi viene nulla d’interessante,
eppure devo riuscirci, sennò perché son qua,
e l’uomo dal futuro che penserà?!
La notte, si, un buon argomento
ma non un argomento immortale,
anche se essa è immortale,
IO ancora no, ricordatemi please,
la morte è lontana e si avvicina,
tutti hanno espresso paura, io l’ho accolta,
ma l’ho vista lontana, ed ho pensato dolcemente
che è lontana, che prenderà anche me,
ma ancora posso fare tanto…
e sarà lontana anche per l’uomo del futuro,
che leggerà quest’obbrobrio,
quando io avrò lontana, invece, questa vita…
io sono l’uomo del futuro
che legge la morte negli occhi
dell’uomo del passato,
ci siamo passati tutti;
Dai, adesso vado a letto sul serio,
all’immortalità penserò domani…
Poveretto me, a quei tempi…
come potevo pensare all’immortalità,
alla scrittura, a fare il filosofo da quattro soldi…
che illusione e che illusionista che ero…
chi-se-ne importa quassù del giorno,
della notte, del dolore, delle gioie…
ma soprattutto laggiù…
laggiù che si dimentica tutto,
laggiù che si ridiscute tutto,
laggiù che tutto è serio
e tutto diventa ridicolo
senza che nessuno se n’accorga,
laggiù dove comanda l’economia,
laggiù imprigionati dalla burocrazia,
imprigionati da discorsi troppo sciocchi,
laggiù dove non si apprezza la poesia,
dove, tutto, il giorno dopo, non esiste già più.
.
Me la ricordo ancora com’è fatta la notte,
nonostante il passare di quest’eternità tormentata,
che non passa più,
che già, tutto, ci ha risolto,
e nulla più ci chiede…
e mi sembra di vederli, tutti loro,
laggiù all’inferno…
dannati, affaticati,
dolenti,
sofferenti,
smarriti… felici.

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