Se la carta con cui scrivo
Non provenisse dall’albero
Scriverei molto di più
.
Se la farfalla di cui parlo
Non provenisse dal verme
Non ne scriverei affatto
.
“Non riesco a librarmi in aria,
ho le mie ali, ma il corpo è mostruoso,
ho qualcosa che mi copre i piedi, sono pesante, e la notte sta arrivando,
cammino allora con queste zampe rosa e pelose, ma vado piano,
fra poco l’oscurità mi risucchierà, belve terribili ed atroci conoscerò,
mi mangeranno, senza risparmiare nemmeno i fianchi alati, bianchi e candidi…
com’ero quando riuscivo a volare nel giorno pulito?…
sereno e buono, e bello…
e adesso è notte fonda, e sono quaggiù a guardare dall’alto,
rumori nella notte calma, la luna illumina le siepi,
chi può sbucare fuori?…”
.
Ed il foglio che è pieno di scritte
Di quello che si può dir con meno
Ma che poi scriverei ancora di più
.
Il sogno di una farfalla
La paura del terreno
E di essere uomo.
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