qualcuno si faceva strada
qualcun altro urlava di rabbia
oggi sono con me stesso
che piacere
ed un tranquillo pensiero
d’eternità
domani arraffa
grida o piangi
risolvi il problema dell’anno
o del secolo
grida ancora più forte
che nessuno ti sentirà
in un giorno o in un anno
in un secolo
crepa
e qualcuno si rifarà
il tranquillo pensiero d’eternità
o un bagno di sole
di giovinezza
di risa
finché il ragno
non si mangerà
questa nuova stupida mosca
che aspetta un nuovo spettacolo
che nessuno
doveva sapere
perché il gioco è questo
niente daffare
le regole sono inflessibili
e le preghiere si sprecano
pronti a rammaricarsi
di quelle che chiamano colpe
per offrirsi struggenti
e complici
al dio superbo
e ipocrita
che ci siamo imposti
scordarsi l’inumano gioco
sembrava la soluzione
migliore
ma tutto ritorna
ad esso
un giorno
ed il gioco non è mai stato
meno serio
di quello che poteva sembrare
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