digiuno – digiuno – digiuno
digiuno da tre giorni,
fischia – fischia – fischia
fischia lo stomaco e budella in poltiglia,
gridano vendetta contro i soliti
pranzi pronti e abbondare di
alcolici – poca la cena –
ma dopo-tutto la lampadina,
foglio di carta, mondi immensi…
notte serena-calma…
la ricerca di te, di un ricordo,
oltretutto si sente odori
di sughi orientali-spezie-cipolla…
non ricordo altro che lampi
di luce, tetti di case appiccicate,
e quanto tutti fossero stanchi –
di muoversi,
di faticare,
di subire…
e poi li vedevi passeggiare,
col cappello in mano,
a guardare nel vuoto… anch’io
cammino nel vuoto e ricordo
cose che non mi ricordo –
e sorrisi, urla, canzoni… calore…
poi il digiuno si fa serio…
nessuno sa ridere durante il giorno,
poiché le automobili sfrecciano
insoddisfatte, ed ognuno è costretto
a stare insieme ad altri… abbiamo
mezzi spaziali, ma siamo a digiuno
di contenuti… com’è andato a finire
che il viaggio sulla luna è stato annullato?
L’emozione è un termine privo
di significato…
digiuno – digiuno – digiuno
digiuno da molto ormai,
fischia – fischia – fischia
fischia il treno, ci porta via,
digiuno di tutto, di troppo,
a volte anche di poesia
Nessun commento:
Posta un commento