Luci che si spengono, luci che si accendono, luci che si spengono, luci che
si accendono, luci che si spengono, luci che si accendono… musica, musica,
musica… e lei balla, io ballo, le ballo sempre più vicino, ci abbracciamo.
Esco fuori a fumare una sigaretta. Esce pure lei e mi raggiunge. Si
presenta, mi presento. Mi inizia a parlare di sé:
<< suono uno strumento musicale il basso, ho la cresta, sono
anarchica. Perché i giovani che suonano con la cresta sono anarchici!. Ci sono
un sacco di posti, tipo centri sociali, dove esprimiamo le nostre idee di
libertà, noi dentro e i fascisti fuori a mantenere l’ordine. Io ho studiato e
sono laureata, la sera esco e mi diverto. Ora c’ ho una botta incredibile……….
Bla bla bla >>
La bacio, ci baciamo per qualche secondo poi si stacca << ho una
semispecie di fidanzato, è laggiù ci sta guardando >>. Mi giro, lo saluto
con la mano.
Io sono ubriaco, scrivo poesie anarchiche.
Mi dice che lei non appartiene a nessuno, però forse quella semi-specie di
fidanzato si arrabbierà un po’, ma non ora perché è “fatto” ed anche i suoi
amici sono “fatti”.
Io sono ubriaco fradicio.
Mi dice di lasciarle il numero. Ce lo scambiamo. Poi mi raccomanda:
<chiamiamoci!>.
Adesso, loro, vanno in un locale incredibile dove suonano musica, molto
ribelle e underground.
<< Siamo a piedi. >>
<< Vi ci porto io. >>
Alla macchina sono uno-due-tre-quattro-cinque più io.
<< Entrate tutti dai stringetevi. >>
Si parte. Lei mi chiede scusa per i suoi amici. Non parlano sono taciturni
perché sono “fatti”.
Io sono ubriaco.
Ma i “fatti” mi fanno subito notare che sto bucando i semafori rossi. Uno
dietro, un elemento con sciarpetta universitaria “fatto”, mi dice: <<
attento-fermati-è-rosso! >>. Per fortuna mi fanno notare queste cose
perché io sono ubriaco fradicio.
“Sweet home alabama... tatataratatatara…” suona la musica nella
vecchia-scassata automobile con cinque “fatti”… e uno ubriaco…
Attraversata la città, col silenzio dei “fatti” e la parabola degli
avvinazzati, si arriva al punto ics… locale gestito da uno forte, uno ganzo… o
come dicono adesso i giovani (che-cazzo-ne-so) un tipo giusto, un tipo ok… boh!
M’invitano ad entrare ma declino. Sono ubriaco ma non cerco scuse: <<
ciao a tutti carissimi, me ne torno a casa, come farò senza di voi?! Nessuno mi
avviserà del colore del semaforo! Vabbè dai, divertitevi, w l’anarchia, ciao
>>
“This is the
end, my only friend the end... nanananananaaaa...” la musica è cambiata.
Torno a casa, non la chiamerò di certo.
Io sono uno scrittore anarchico... io son già meno ubriaco.
Chissà se a loro è passata la “botta” minchia ooooh… anarchia, mah si, non
so cosa voglia dire di preciso, mah si, rinchiudiamoci in dei titoli:
- Sir. F. gran scrittor anarchico malandrin sciarpa avventurier -.
t-h-i-s i-s
t-h-e eeeeeennnnddddd!.
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