martedì 7 aprile 2020

LA CHIMICA DEGLI ELEMENTI



Luci che si spengono, luci che si accendono, luci che si spengono, luci che si accendono, luci che si spengono, luci che si accendono… musica, musica, musica… e lei balla, io ballo, le ballo sempre più vicino, ci abbracciamo.
Esco fuori a fumare una sigaretta. Esce pure lei e mi raggiunge. Si presenta, mi presento. Mi inizia a parlare di sé:
<< suono uno strumento musicale il basso, ho la cresta, sono anarchica. Perché i giovani che suonano con la cresta sono anarchici!. Ci sono un sacco di posti, tipo centri sociali, dove esprimiamo le nostre idee di libertà, noi dentro e i fascisti fuori a mantenere l’ordine. Io ho studiato e sono laureata, la sera esco e mi diverto. Ora c’ ho una botta incredibile………. Bla bla bla >>
La bacio, ci baciamo per qualche secondo poi si stacca << ho una semispecie di fidanzato, è laggiù ci sta guardando >>. Mi giro, lo saluto con la mano.
Io sono ubriaco, scrivo poesie anarchiche.
Mi dice che lei non appartiene a nessuno, però forse quella semi-specie di fidanzato si arrabbierà un po’, ma non ora perché è “fatto” ed anche i suoi amici sono “fatti”.
Io sono ubriaco fradicio.
Mi dice di lasciarle il numero. Ce lo scambiamo. Poi mi raccomanda: <chiamiamoci!>.
Adesso, loro, vanno in un locale incredibile dove suonano musica, molto ribelle e underground.
<< Siamo a piedi. >>
<< Vi ci porto io. >>
Alla macchina sono uno-due-tre-quattro-cinque più io.
<< Entrate tutti dai stringetevi. >>
Si parte. Lei mi chiede scusa per i suoi amici. Non parlano sono taciturni perché sono “fatti”.
Io sono ubriaco.
Ma i “fatti” mi fanno subito notare che sto bucando i semafori rossi. Uno dietro, un elemento con sciarpetta universitaria “fatto”, mi dice: << attento-fermati-è-rosso! >>. Per fortuna mi fanno notare queste cose perché io sono ubriaco fradicio.
“Sweet home alabama... tatataratatatara…” suona la musica nella vecchia-scassata automobile con cinque “fatti”… e uno ubriaco…
Attraversata la città, col silenzio dei “fatti” e la parabola degli avvinazzati, si arriva al punto ics… locale gestito da uno forte, uno ganzo… o come dicono adesso i giovani (che-cazzo-ne-so) un tipo giusto, un tipo ok… boh!
M’invitano ad entrare ma declino. Sono ubriaco ma non cerco scuse: << ciao a tutti carissimi, me ne torno a casa, come farò senza di voi?! Nessuno mi avviserà del colore del semaforo! Vabbè dai, divertitevi, w l’anarchia, ciao >>
“This is the end, my only friend the end... nanananananaaaa...” la musica è cambiata.
Torno a casa, non la chiamerò di certo.
Io sono uno scrittore anarchico... io son già meno ubriaco.
Chissà se a loro è passata la “botta” minchia ooooh… anarchia, mah si, non so cosa voglia dire di preciso, mah si, rinchiudiamoci in dei titoli:
- Sir. F. gran scrittor anarchico malandrin sciarpa avventurier -.
t-h-i-s i-s t-h-e eeeeeennnnddddd!.


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