venerdì 7 gennaio 2022

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 Voglio imprigionare Dio nel mondo

e vedere se fa meglio, meglio

di qualsiasi altro:

meglio di chi si è perso,

di chi è triste, di chi non ragiona

con la sua testa, di chi si sente

una massa e una statistica,

di chi rutta e mastica,

di chi impreca alla finestra.

 

Voglio imprigionare Dio

e giudicarlo dall’alto:

guardare ogni sua mossa

ed essere giudice del suo

paradiso, veder perdere

gli affetti più cari, dargli

un futuro poco chiaro

in mezzo a giorni precisi

e ripetitivi; voglio dargli

questa sfida e voglio che

ne sia grato, per questo.

E che non mi chiami "porco!"

(solitario in una stanza buia...

come alle volte faccio io).

 

Voglio imprigionare Dio

quaggiù e dargli il peso

degli anni, la dolcezza

di un vecchio che ricorda

i suoi tempi;

i dolori, gli acciacchi,

l’incomprensione, le paure

e le azioni vigliacche.

 

Poi... una volta finita la prova

dargli un caloroso abbraccio

e dirgli:

<< Qualsiasi cosa tu abbia fatto

sei mio figlio, l’inferno in cui

sei stato è solo un miraggio! >>.

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